Chi siamo

Siamo un gruppo di donne che si sono incontrate per condividere il piacere di leggere. Ci siamo incontrate e ci è piaciuto rincontrarci settimanalmente. In allegria, abbiamo iniziato commentando le commedie shakespeariane e, commentando, commentando, abbiamo capito di avere tanti interessi in comune e che la condivisione di obiettivi, problematiche costituisce un arricchimento per tutte.

Abbiamo “una certa età”, siamo “antiche” ma questo nostro essere “anta” ci rende ancora più consapevoli di quanto sia importante la sorellanza e di quanto ci si possa sentire più libere ora rispetto a quando si è giovani e bisogna essere per forza belle, per forza magre, attente al parentado, alla carriera …

Siamo “anta” ma con ancora energie e tante idee che vogliamo condividere.

Perché allegre comari?

Abbiamo letto con interesse ed attenzione la commedia di Shakespeare “Le allegre comari di Windsor”.

Il testo narra la storia di Falstaff che, in cerca di denari e fortuna, manda la stessa lettera d’amore a due donne sposate ed abbienti: la signora Alice Ford e la signora Meg Page. Entrambe le donne, scoperto l’inganno, decidono di punire il mascalzone gettandolo in una cesta di panni sporchi nel Tamigi al primo appuntamento, bastonandolo al secondo e facendolo assalire da una falsa orda di fate e folletti durante il terzo. Contemporaneamente a questi fatti, s’intrecciano le vicende amorose che coinvolgono la figlia della signora Page ed i suoi numerosi corteggiatori.

Il titolo inglese di questa commedia è “Merry Wives of Windsor”, la traduzione in italiano dà l’idea, a chi si ferma alla sola lettura del titolo, che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con affari di donnicciole intriganti e pettegole, essendo questo il significato italiano corrente di “comare”. Per giunta “allegre”, aggettivo che, unito a “comari”, è nell’uso corrente sinonimo di “leggere”. L’equivalente inglese di “spettegolare” è “gossip” e per Shakespeare “gossip”, come risulta in altre sue opere, è della donna pettegola, bugiarda e ipocrita. Alice Ford e Meg Page non sono nulla di tutto questo: esse sono due signore per bene della borghesia inglese, oneste e virtuose e fedeli mogli di due onorevoli e ricchi mariti, per nulla pettegole, per nulla intriganti, e “allegre” soltanto nell’architettare una beffa ai danni dell’uomo che ha tentato di insidiarne la virtù, sir John Falstaff.

Questa commedia ci ha divertito e fatto riflettere insieme.

Abbiamo iniziato a salutarci con “care comari”, ciao comari”, “buongiorno comari” e quando abbiamo deciso di aprire questo blog ci è sembrato naturale chiamarci “Le allegre comari di Torchiara”.

Allegre perché siamo donne ottimiste che cercano di cogliere in tutte le cose che fanno gli aspetti positivi.

Comari nel significato nobile di questa parola; dal latinocommater, composto di cum (con) e mater (madre): colei che si accompagna alla (propria) madre. L’etimologia di questa parola dipinge un personaggio femminile di grazia eccezionale. Può essere l’amica di famiglia o la parente che fa da madrina al neonato o da testimone al matrimonio, la vicina di casa con cui si ha un certo rapporto di complicità, trasmette un calore, un senso di comunanza davvero straordinari, quali solo una vita vissuta spalla a spalla riesce a costruire. La comare non è giovanissima e rappresenta un solido nodo del tessuto sociale, una persona di riferimento. Dove ci sono comari c’è il senso di famiglia, di amicizia, sostegno e solidarietà. La presenza delle comari è come quella di alcuni insetti come le api e le lucciole: animali dalla cui presenza si capisce che un ambiente è salubre, dove ci sono comari c’è tessuto sociale stretto.

Di Torchiara perché ci riuniamo fisicamente a Torchiara, ridente cittadina del Cilento, presso la sede dell’Associazione Cilento Domani Arte e Cultura Mediterranea (https://www.cilentodomani.org/).

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gianfrancopico@gmail.com
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